Nascosta

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  1. Eylis
     
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    Nascosta



    Abbracci il peluche con forza, come se fosse la tua ancora di salvezza, e mi fissi con quei grandi occhi innocenti.
    “Non capisco.” Già, non capisci… lo vedo nei tuoi movimenti, nella domanda che aleggia nell’aria, nel dubbio insito nella tua voce che trema. Farfuglia anche la mia, mentre tento di riprendere la parola. In fondo ti ho appena detto che ti amo.
    “Io… è strano, lo so, ma mi sono accorta che provo dei sentimenti per te, e… non ce la facevo più a nasconderlo, sai, ogni volta che ti vedo vorrei abbracciarti e toccarti e…” A questa ultima frase tu hai un sussulto e ti ritrai ancora di più contro il muro al quale ormai sei addossata. Capisco d’aver fatto un errore, un grosso errore. Avrei dovuto andare con maggiore calma.
    “Toccarmi?”
    “Miri… non volevo dire questo.” Mi guardi ancora, mista fra l’incertezza e la paura.
    “Davvero?”
    “Ecco io… forse sì, ma quello che intendevo è che…”
    “Toccarmi. Perché? Non capisco.” Scuoti il capo e rassegnata poggi il mento sull’orsacchiotto alto quasi come il tuo busto. E d’un tratto mi accorgo che una lacrima, leggiadra, è scesa dai tuoi occhi per andare a posarsi sulla punta di quel nasino delicato e ancora tanto bambino. Allora decido che devo fare qualcosa, non posso lasciarti così, non posso sopportare l’idea di averti resa triste. Mi avvicino lentamente e con cautela allungo un braccio.
    “Posso abbracciarti?” Tu non mi guardi, ed io non so come comportarmi. Ma l’istinto di proteggerti ha il sopravvento, così dopo qualche istante decido di continuare nonostante la ragione gridi nella mia testa di non farlo.

    Forse avrei dovuto ascoltarti, invece di seguire quel maledetto desiderio di farti mia. Quando le mie braccia ti hanno circondata con tanta delicatezza tu hai urlato, inerme, fin quasi a perforarmi i timpani. Cosa avrei dovuto fare? Sono fuggita, non potevo vederti così. Per questo ora piango, perché so d’averti perduta e nulla ti riporterà da me.
     
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  2. -MissDark-
     
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    Forse sarebbe più facile abbandonarsi alla rabbia e al rancore, appellarmi a una tua qualche ottusità e incolparti per avermi fatta innamorare di te prima e per non aver accetato il mio amore dopo. Sicuramente sarebbe tutto più facile e mi farebbe sentire meglio, ma purtroppo non sono una persona facile e tutto quello che so fare è complicarmi la vita. Non bastava innamorarsi della tua migliore amica, no, era necessario addossare tutta la colpa a te stessa!
    Vorrei che nel mio cervello non riecheggiasse la domanda "Perchè la amo?" ma una che dovrebbe essere più naturale, anche più liberatoria, forse: "Perchè non mi ama?"
    Non so addossare la colpa agli altri, questo è il mio problema. O, meglio, non riesco a sentirmi in parte innocente. D'altronde come potrei esserlo? Come potrei io, la causa di tutte queste lacrime, mie e di Miriam, essere innocente? E' tutta colpa di questa mia mente malata, malata di complicatezza e malata di anormalità. Come farò a leggere queste due parole anche nei suoi occhi, oltre che nello specchio che mi riflette? Come farò ad incrociare ancora il suo sguardo? Come farò a guardarla e a non sentirmi osservata? Osservata da quegli occhi che urleranno quanto sono sporca, quanto sono stata imprudente e irrazionale.
    Ma forse è giusto così, forse l'amore è questo, dolore, incomprensione. E quindi, forse, Miriam tornerà da me e forse anche lei mi dirà che mi ama e mi abbraccerà. Sì, sì! Le serve solo del tempo. D'altronde, anche io ne ho impiegato per rendermi conto di quello che succedeva dentro me e per accettarlo, poi.
    Miriam mi è sempre stata affianco e mi ha sempre voluto molto bene. Io l'ho sempre protetta, come può non provare almeno dell'affetto nei miei confronti?
    Ho sbagliato a scappare, dovevo restare e chiarire. Adesso galleggerà tutto sospeso per giorni, se non per mesi.
     
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1 replies since 2/7/2011, 12:51   124 views
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