[Original Challenge 1] Sachi Mitsuki

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  1. Sachi Mitsuki
     
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    I gradino:
    - Home sweet home (La Tana e il Portinaio)
    - Cenere (La Montagna e il Prestigiatore)

    II gradino:
    - Cacciatrice (L'Anfora e la Cacciatrice)
    - La caccia ha inizio (La Torre e la Cacciatrice)
    - Tra la torre e il cielo (La Torre e la Fata)
    - Iustitia (L'Anfora e la Fata)

    III gradino:
    - Cuore di fuoco (Il Pavimento e la Fenice)
    - Riflesso (La Metafora e la Fenice)
    - Un altro mostro (Il Pavimento e il Mostro)
    - Prestigiatore maledetto (Il Pavimento e il Prestigiatore)
    - Così retrò! (Il Pavimento e la Fata)
    - Libero (La Torre e il Mostro)

    IV gradino
    - Piccola, confusa, ninfa (Il Libro e la Ninfa)
    - Bisturi e fumo (La Nuvola e il Medico)
    - La scelta (Il Pavimento e il Medico)
    - Cacciatrice oscura (Il Libro e la Cacciatrice)
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    V gradino
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    Edited by Sachi Mitsuki - 30/12/2013, 14:19
     
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  2. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Home sweet home
    Tipologia: triple-drabble (300 parole)
    Binomio scelto: La Tana e il Portinaio
    Genere: Soprannaturale
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: È la prima volta che scrivo una drabble e sì, è decisamente difficile! Però anche stimolante *___* Spero solo che si capisca…
    Introduzione: Cercare riparo dal gelo può rivelarsi un’impresa più difficile di quanto non si pensi.


    Home sweet home



    «Ti prego fammi entrare!»
    «Non posso».
    Tra la nebbia e il cielo stellato, non poté fare a meno di ricordare con una fitta di nostalgia la sua meravigliosa tana. Fasciata da muscoli scattanti e membra calde, si era divertita, aveva pianto e gioito per tredici cicli, ma in quel momento era invece costretta a litigare con quel tizio, senza possedere nulla con il quale potersi riparare dal gelo di Novembre.
    «Tu sei il portinaio, non è vero?» gli chiese sempre più spazientita gettando uno sguardo al cancello d’ardesia che sorgeva alle spalle della creatura.
    «Preferisco essere chiamato “guardiano”» precisò il cerbero stendendo di fronte a sé l’enormi zampe con fare annoiato.
    «E che differenza c’è?» ribatté l’altra fluttuando a poca distanza dalle zanne d’avorio del cane. L’anima gli si accostò ancora e domandò nuovamente il permesso di entrare, ricevendo per l’ennesima volta un diniego che, a quel punto, si colorò anche di una lieve irritazione.
    «E allora dove dovrei andare?!»
    «Non sono affari miei» le rispose il vecchio cane scuotendo scocciato il capo del colore della notte, creando così vortici di vento che trascinarono via l’anima in un turbinio di nebbia e foglie secche.
    L’essenza sospirò sconsolata guardando il cancelliere demoniaco svanire lentamente in volute di denso fumo nero.
    Rabbrividì.
    Si trovava così bene nella sua piccola e impulsiva tana, perché dunque era stata costretta a separarsene? Fremette al ricordo di quel tenero calore che l’avvolgeva come in un dolce abbraccio. Era bella la sua casetta: aveva lunghi capelli del colore del sole nascente ed occhi verdi da cui poter scrutare e vivere il mondo. L’anima singhiozzò al ricordo di ciò che aveva perduto e maledì quello stupido portinaio che non aveva nemmeno voluto farla entrare per permetterle di scaldarsi un poco.
    Non era abituata a tutto quel gelo, dannazione!
     
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  3. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Cenere
    Tipologia: triple-drabble (300 parole)
    Binomio scelto: La Montagna e il Prestigiatore
    Genere: Generale, Triste
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: Quando si parla di caccia alla stregoneria, in genere viene da pensare a donne torturate e mandate al rogo, ma (se pur in maniera decisamente minore) anche alcuni uomini sono stati accusati di essere stregoni e di lanciare malefici contro poveri popolani.
    Introduzione: Daniel è cattivo. Ha sbagliato. Deve pagare, ma se anche il ragazzo si ritrova a condividere questo giudizio, non può fare a meno di spaventarsi davanti agli occhi maligni che lo fissano accusatori.

    Cenere



    Un insulto. Poi un altro e un altro ancora.
    Il ragazzo osserva confuso i volti di coloro che fino a ieri gli sorridevano amici e che, adesso, sono contratti in smorfie di disprezzo.
    Daniel non capisce.
    Cos’ha fatto per meritarsi tutto questo?
    Un tiepido vento solleva una nube di polvere nera e il ragazzo non può fare a meno che chiudere gli occhi e tossire infastidito. Eppure lo sa, il peggio non è ancora arrivato. Riapre le palpebre mostrando le iridi arrossate e guarda con un misto di angoscia e incredulità la montagna su cui è stato costretto a salire. Non è alta e non ha nemmeno i freschi colori delle selve che tanto ama. Eppure ne possiede la stessa forza, perché la sottile cenere che forma quella montagna pulsa ancora della vita strappata ad alcune donne del villaggio. Daniel è certo di poterne avvertire la lugubre forza, la dolorosa maestà, ed ora lui sta per farne parte.
    Si scioglierà nell’abbraccio del fuoco, ma forse è giusto così. Forse è davvero uno stregone.
    Gli sta bene.
    “Far apparire una rosa dal nulla è sicuramente stregoneria” si ritrova a pensare mentre il brusio deliziato della folla aumenta sempre più.
    Chiude gli occhi e rivede lo sguardo smarrito della ragazza a cui ha donato il fiore. L’ha spaventata.
    Daniel piange. Ma le sue lacrime hanno il sapore del rancore verso se stesso, perché nel far comparire la rosa ha spaventato a morte la sua amata.
    Stregone.
    Un calore improvviso lo spinge a riaprire gli occhi, ma quando vede i volti distorti dal guizzo delle fiamme gli sfugge un gemito di terrore. Gli occhi demoniaci della folla lo scrutano, lo deridono.
    E Daniel comprende che, forse, a non essere buoni, sono gli altri.
    Dolce ed infelice prestigiatore sussurra il vento hai proprio ragione.
     
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  4. -MissDark-
     
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    RECENSIONE PREMIO per "Home sweet home"

    Grammatica, sintassi e ortografia: 9.5
    Non ci sono errori di alcun tipo, l'unica cosa è che si sente la fatica di dover stare nelle 300 parole, si sente il lavoro di taglio che hai dovuto fare e che ha appesantito abbastanza la sintassi.

    Sviluppo della trama: 8
    Non è che ci sia una trama vera e propria e, anzi, io ho fatto fatica a capire dove ci si trovasse, chi fosse il protagonista e cosa fosse successo.

    Caratterizzazione dei personaggi: 7
    Trovo che la caratterizzazione sia quasi assente, tant'è che io non ho capito chi fosse il protagonista o la protagonista, meglio, fino alla terza rilettura: ho fatto davvero tanta fatica! Comunque, dopo aver capito, la descrizione è più che altro fisica che interiore e questo è un po' limitante. Anche per quanto riguarda il portinaio non ti sei soffermata molto sul personaggio.

    Espressività: 9
    Mi piace come scrivi, trovo il tuo "stile" delicato e al contempo ricco, ma ripeto, ho sentito molta pesantezza in questa storia.

    Originalità: 10
    Ho letto moltissime storie sul portinaio e sulla tana (quasi tutte quelle della challenge!) e nessuno aveva mai dato una connotazione simile alla tana! Mai! Ma soprattutto mi è piaciuto il ruolo del portinaio, ovvero il luogo di cui è guardiano: l'aldilà. Decisamente classico, ma nessuno ci aveva pensato!

    Attinenza ai parametri posti: 9.5
    Hai rispettato tutti i parametri (anche quello della lunghezza), ma trovo che avresti potuto descrivere meglio sia il guardiano sia la tana: essendo un'idea così originale avresti dovuto sfruttarla al massimo!





    RECENSIONE PREMIO per "Cenere"

    Grammatica, sintassi e ortografia: 10
    Ecco, in questa storia si sente molto molto meno la pesatezza della precedente. L'hai scritta dopo, vero? In alcuni punti, specie a metà, si sente ancora un po' di fatica, ma va molto meglio, la sintassi è molto più snella.

    Sviluppo della trama: 10
    Anche la trama, qui è molto più chiara, si capisce cos'è successo, a chi, dove, quando e hai anche equilibrato il peso a seconda dell'importanza dell'avvenimento, ovvero ti sei soffermata sul presente (che era la parte più "utile" alla storia) piuttosto che sul passato, appena accennato, ma chiaro.

    Caratterizzazione dei personaggi: 9
    Mi sarebbe piaciuto conoscere di più il personaggio di questo giovane stregone, lo ammetto. Hai caratterizzato bene la sua angoscia, ma di lui hai detto molto poco. Anche solo: come ha fatto a imparare la magia?

    Originalità: 10
    Ecco, questo credo potrà essere un tuo punto forte. Anche in questo caso hai avuto un'idea molto molto molto originale, anche per quanto riguarda la trattazione dei parametri posti! Nessuno ha mai visto la montagna come un rogo, forse perchè effettivamente è una metafora un po' forzata, ma io l'ho apprezzata molto, anche perchè l'hai espressa come fosse "una montagna di cenere". No, davvero, mi è piaciuto molto!

    Attinenza ai parametri posti: 9
    Ripeto, forse la montagna è un po' forzata e forse anche il prestigiatore trasformato in stregone è un po' forzato: il secondo più del primo, a mio parere, dato che si tratta nel caso del prestigiatore di un uomo normale con la capacità di ingannare i sensi di spettatori, nel caso di uno stregone c'è una componente più magico-mistica.
     
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  5. Sachi Mitsuki
     
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    Grazie mille per le recensioni. Sì, in effetti Cenere l'ho scritta dopo, si vede? XD
    Ecco... nella prima drabble avrei voluto sviluppare il tema dell'ingenuità del l'anima e quello, diciamo, della vecchiaia per Cerbero solo che... a lavoro finito avevo abbondantemente superato le 500 parole =___=" è stato un po' un trauma tagliare. Mi dispiace che la caratterizzazione dei personaggi ne abbia risentito così tanto, ma devo ammettere che sono stata anche contenta per il tuo commento sull'originalità *___* Grazie!
    Per quanto riguarda Cenere, invece, l'idea era di presentare un giovane ragazzo che veniva accusato di stregoneria per un semplice gioco di prestigio. Avrei dovuto spiegarlo meglio. In ogni caso, sono davvero contenta!!! Ancora un milione di grazie per le recensioni!
     
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  6. -MissDark-
     
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    Figurati, grazie a te di esserti imbarcata nella challenge, mi ha fatto molto piacere che qualcuno tornasse a mvimentarla!!
    Avevo intuito il tema della seconda storia, ma era davvero poco chiaro. Comunque non ti preoccupare, sonno belle storie e piano piano, prendendo la mano con le drabble, ne scriverai di sempre migliori!
     
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  7. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Cacciatrice
    Tipologia: triple-drabble (348 parole)
    Binomio scelto: L’Urna e la Cacciatrice
    Genere: Fantascienza, Sentimentale
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: Devo fare alcune precisazioni. Alcune delle parole presenti sono puramente inventate:
    - komi, unica moneta universale
    - rhald, razza aliena dedita alla guerra
    Invece l’asterismo dell’Urna esiste davvero e comprende quattro stelle non molto luminose, anche la leggenda è vera e il dio in questione dovrebbe essere Zeus.
    Introduzione:
    “Se fosse un altro l’avrei già eliminato” pensò la cacciatrice con uno sbuffo spazientito.

    Cacciatrice


    «Mi stai offrendo 50.000 komi per catturare un semplice ladruncolo?» domandò la giovane scrutando sospettosa le iridi dell’altro «Dov’é la fregatura?».
    Dreyal si sedette sul tavolo e senza distogliere lo sguardo le rispose «Dovrai consegnarcelo vivo e lasciare il merito a noi»
    «No».
    Il giovane ufficiale si protese verso di lei e le domandò a fior di labbra di ripensarci, ma l’orgoglio di Krio fu troppo forte per soccombere a quelle dolci parole e si limitò ad ignorare i battiti furiosi del proprio cuore.
    Dreyal sospirò piano, appoggiando la fronte a quella della più grande cacciatrice di taglie dell’universo. Precisa e spietata, nulla era in grado di fermarla, eppure… a volte arrossiva come una ragazzina anche solo per un sorriso malizioso e lui adorava vedere le sue gote imporporarsi.
    Krio si allontanò di scatto, provocando il riso divertito dell’ufficiale di polizia interplanetaria.
    “Se fosse un altro l’avrei già eliminato” pensò la cacciatrice con uno sbuffo spazientito.
    Senza insistere oltre (tanto l‘avrebbe convinta), Dreyal si concentrò sulle mappe stellari abbandonate sul tavolo e le domandò cosa la spingesse a vivere fra quelle insignificanti stelle.
    «Nostalgia» ammise Krio quasi senza rendersene conto. Dreyal notò un misto di disprezzo e di rammarico nella sua voce e si domandò se fosse la sua parte umana a renderla così incostante.
    La cacciatrice sfiorò i comandi dell’astronave e incominciò «Mia madre era un’astronoma. Adorava le stelle… forse è per questo che si lasciò sedurre da un rhald». Le sue labbra assunsero un’espressione disgustata al ricordo del padre, ma continuò «Amava la costellazione dell’Aquario, ma credo che l’asterismo dell’Urna mi rappresenti di più».
    Pur senza chiederle ulteriori spiegazioni, l’altro sollevò un sopracciglio perplesso.
    «Secondo la leggenda, l’Urna rappresenta la brocca da cui un dio rovesciò sugli uomini l’acqua per eliminare le loro impurità. In queste stelle dovrebbe esservi la potenza di una divinità ed io voglio essere quella forza prorompente che annienterà il male dall’universo».
    Dreyal le si avvicinò lentamente e sfiorandole le labbra violette con bacio disse «Ci riuscirai».
    Mentre l’astronave seguiva le linee immaginarie che collegavano le stelle dell’Urna, la cacciatrice arrossì nuovamente.
     
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  8. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: La caccia ha inizio
    Tipologia: double-drabble (205 parole)
    Binomio scelto: La Torre e la Cacciatrice
    Genere: Soprannaturale (fantasmi)
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: /
    Introduzione: Il confine tra l’essere cacciatrice o preda è fin troppo labile e sottile.

    La caccia ha inizio



    La villa era enorme. Non aveva ancora visto l’interno, ma già soltanto le pietre a vista che costituivano le mura e l’alta torre posizionata sul lato destro dell’abitazione l’avevano totalmente ammaliata.
    Era davvero meravigliosa, ma c’era qualcosa di terribilmente sbagliato.
    Quando aveva accettato quel lavoro, conosceva la sanguinosa storia della Maison Du Ciel e sapeva anche che, questa volta, scacciare lo spirito che infestava la casa non sarebbe stato così semplice. Amandine Dupont era stata brutalmente uccisa dal marito geloso ed il suo spirito deluso e furioso tormentava coloro che compravano la villa. In circa cento anni, infatti, erano morti diciassette uomini, tutti in circostanze misteriose.
    Coraline, però, non si era lasciata intimorire e, al contrario, aveva accolto con entusiasmo la richiesta d’aiuto dei proprietari.
    Si passò una mano fra i corti capelli corvini, cercando di sistemare le ciocche ribelli che fuggivano in ogni direzione. Controllò un’ultima volta il proprio aspetto nello specchietto della macchina, per poi sollevare lo sguardo verso la torre.
    Lei era lì.
    La stava fissando.

    Le due donne si guardarono negli occhi per un lunghissimo istante, poi, su entrambi i loro visi si dipinse un ghigno divertito.
    L’unica domanda era chi, delle due, sarebbe stata la cacciatrice e chi la preda.
     
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  9. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Tra la torre e il cielo
    Tipologia: triple-drabble (306 parole)
    Binomio scelto: La Torre e la Fata
    Genere: Generale
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: Dubito fortemente che si possa portare in gita una classe in una torre di controllo, ma l’idea mi piaceva, quindi, per quanto surreale, ho preferito lasciare la storia così.
    Introduzione: Una maestra d’asilo porta gli alunni in gita in una torre di controllo e qui, una di loro, si domanda cosa mai potrà fare da grande.

    Tra la torre e il cielo



    Le parve di poter sfiorare il cielo al di là del vetro ed ebbe quasi paura di poter essere rapita da una nuvola, ma la torre era chiusa su tutti i lati da solide mura. Non c’era nulla di cui preoccuparsi e la bambina ne rimase un po’ delusa.
    Allontanandosi dalla maestra che tentava di zittire i suoi compagnetti urlanti, raggiunse il signore seduto sulla sedia girevole.
    «Cosa sono?» domandò la bimba indicando alcuni bottoni colorati che lampeggiavano ad intermittenza.
    «È complicato» rispose l’uomo senza distogliere lo sguardo dallo schermo «Diciamo che sono dei pulsanti di comando. Servono per guidare i piloti mentre tornano a terra o quando partono».
    La bambina si domandò il motivo per cui non utilizzassero semplicemente un cellulare, ma poi pensò che probabilmente il capo (chi era quest’ultimo non era dato di saperlo) non aveva abbastanza soldi per ricaricarlo. Provò una profonda ammirazione per quei tasti lucenti. Erano loro a decidere se far partire o meno gli aerei.
    In quel momento, un velivolo decollò e gli occhi della piccola si illuminarono. Anche lei avrebbe voluto volare. Da grande, avrebbe desiderato diventare una fata, con ali color zaffiro e una coroncina di fiori rosa, ma se avesse intrapreso quella carriera (a suo padre piacevano tanto quelle due parole) nessuno l’avrebbe pagata.
    Forse era meglio lavorare come pilota. Non era certamente come lasciarsi trasportare dal vento, ma almeno avrebbe accontentato il suo papà, trovando un’attività sicura.
    Però tutti quei bottoni le piacevano, dunque perché non divenire comandante?
    La bambina rifletté qualche istante e decise che “comandante” non era la parola giusta.
    «Scusa» disse la piccola tirando un lembo della giacca blu dell’uomo «Che lavora fai?».
    Sbuffando sonoramente, l’altro rispose «Sono un controllore di torre».
    «Ma non controllavi gli aerei?» domandò delusa la piccola spiazzando l’uomo che, a quel punto, scoppiò in una fragorosa risata.
     
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  10. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Iustitia
    Tipologia: doble-drabble (203 parole)
    Binomio scelto: L’Anfora e la Fata
    Genere: Sovrannaturale, triste
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: /
    Introduzione: Lei che della Giustizia era l‘incarnazione, si era finalmente arresa.

    Iustitia



    Sporca.
    Ferita.
    Irrimediabilmente corrotta.
    Con le ali incollate da una spessa melma nauseante e il viso coperto da lividi e abrasioni, non era altro che il vago e improbabile riflesso della grande fata che era stata un tempo. Lei che della Giustizia era l‘incarnazione, si era finalmente arresa.
    Le sue sorelle l’avevano fatto da tempo, soltanto alcune tentavano ancora, disperatamente, di spargere nel mondo le proprie virtù e la fata si domandò invidiosa da dove provenisse quella forza che permetteva loro di proseguire nel loro compito. Parevano insensibili agli schiaffi, ai calci, alle ustioni che, tuttavia, segnavano il loro piccolo corpo luminoso.
    Piangendo, distese le mani sull’anfora davanti a lei, sfiorando i sottili arabeschi che ne caratterizzavano le pareti.
    La sua prigione.
    La sua salvezza.
    Gli uomini non avrebbero più potuto farle del male.
    Entrò nell’anfora e ne sigillò la sommità, rabbrividendo un poco a causa del freddo della non-vita che vi aleggiava.
    Era sola.
    Non vi erano alberi, né animali, né fili d‘erba in cui avrebbe potuto riconoscere la vita che stava abbandonando.
    Avrebbe dormito un lungo sonno dal quale, sperò, non si sarebbe più risvegliata.
    Nel buio senza stelle, la triste fata della Giustizia si domandò se qualcuno l’avrebbe mai cercata.
     
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  11. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Cuore di fuoco
    Tipologia: tripple-drabble (298 parole)
    Binomio scelto: Il Pavimento e la Fenice
    Genere: Generale
    Avvertimenti: /
    Rating: verde
    Credits: /
    Note dell'Autrice: Ho sempre ammirato molto i vigili del fuoco e avrei voluto scrivere qualcosa di più… non so, qualcosa che gli rendesse giustizia. Spero comunque che si capisca ciò che ho scritto…
    Introduzione: La Fenice aveva dispiegato su tutto l’appartamento le sue grandi ali infuocate, rilasciando il suo alito di cenere e fumo.

    Cuore di fuoco


    La maniglia scottava.
    Brutto segno.
    Al di là della porta annerita vi era sicuramente un oceano di fiamme scarlatte che avrebbero tentato di divorarlo non appena avesse varcato l’ingresso, però non poteva desistere.
    C’era qualcuno oltre quella porta incandescente e lui doveva salvarlo.
    Nicolas abbatté con pochi rapidi gesti l’ingresso dell’appartamento e scansò appena in tempo una vampata d’oro e rubino.
    «C’è qualcuno?» urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
    Una flebile voce provenne da un punto imprecisato intorno a lui.
    Nicolas si guardò intorno freneticamente. La sua Nemica era tornata. Avrebbe dovuto lottare per riuscire a strapparle la vita di quell’uomo.
    Agli occhi del pompiere, l’oceano di fiamme cremisi non era altro che una magnifica e crudele Fenice, il cui corpo era formato da languide volute di fuoco dai vibranti colori dei rubini e dell‘oro più puro. Incantevoli e letali, la Fenice aveva dispiegato su tutto l’appartamento le sue grandi ali infuocate, rilasciando il suo alito di cenere e fumo. Avanzando cautamente, il vigile del fuoco riuscì ad individuare il proprietario dell’appartamento, ma quando l’aiutò ad alzarsi, un rumore sordo lo fece immobilizzare.
    «Dannazione!» urlò nel momento in cui il pavimento cedette.
    Fu un attimo e i due si ritrovarono rasenti la parete a fissare ad occhi sbarrati la voragine che si era aperta di fronte a loro. Gran parte del pavimento non c’era più ed il calore era sempre più insopportabile. Era quella l’ultima carta giocata dalla malefica Fenice?
    «Ti porterò fuori da qui» promise il vigile del fuoco scrollando il proprietario dell’appartamento affinché restasse cosciente.

    Seduto sul camion accanto all’ambulanza, Nicolas gettò uno sguardo all’uomo sdraiato sulla barella, per poi spostare le iridi arrossate sui suoi compagni che stavano lentamente, ma inesorabilmente, spegnendo l’incendio.
    Sorrise soddisfatto e orgoglioso.
    La Fenice aveva perso.
    Ancora.
     
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  12. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Riflesso
    Tipologia: triple-drabble (310 parole)
    Binomio scelto: La Metafora e la Fenice
    Genere: Generale
    Avvertimenti: /
    Rating: giallo
    Credits: /
    Note dell'Autrice: /
    Introduzione: Forse non era mai stata altro che il riflesso della volontà altrui.

    Riflesso


    Per la prima volta, si rese conto della falsità della propria esistenza. La sua vita non era altro che una patetica metafora in cui si muoveva fin da quando era nata.
    Gridò riconoscendo nello specchio il suo volto di burattino. Anche così, con i lineamenti contorti dall’orrore, poteva scorgere la falsità di quel viso. Un impulso violento le fece sollevare le nocche, pronte a distruggere la superficie riflettente, ma un barlume di coscienza, o forse di follia, la spinse a riabbassare l’arto.
    Se anche avesse frantumato lo specchio, nulla sarebbe mutato.
    La giovane donna toccò il riflesso e al ritmo del suo respiro affannoso cercò nello sguardo che questo le rimandava un lampo di realtà. Era davvero soltanto il frutto del volere altrui?
    Tra le lacrime rivide il suo ragazzo afferrarle il mento tra le dita e urlarle contro «Sei soltanto un’insignificante bambola!».
    Il fiato che ancora puzzava d’alcol.
    Una bambola, un burattino, una bella fatina da mostrare con orgoglio.
    Prima dei suoi genitori, poi di colui che la sua famiglia aveva scelto per lei.
    Era sempre andata così: loro decidevano e lei annuiva in silenzio, ma adesso…
    La ragazza sfiorò il livido violaceo che le circondava l’occhio destro e, trattenendo un gemito di dolore, pronunciò un’unica parola: basta.
    Avrebbe preso in mano la sua vita.
    Sarebbe rinata.
    Sorrise pensando a come avrebbe distrutto quella mostruosa metafora costruita per far apparire anche ciò che era più malato, bello ed invitante. Per un attimo quel vestito di seta rossa che il suo ricco ragazzo aveva scelto le apparve molto appropriato. Le fasciava il corpo quasi come una seconda pelle, accompagnando ogni suo movimento con piccoli lampi di luce provenienti dai rubini incastonati nella scollatura e sull’orlo. Joanne posò le mani sullo specchio, ma nel riflesso, non vide più se stessa, ma una bella e determinata fenice vestita di fuoco.
     
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  13. Sachi Mitsuki
     
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    Titolo della storia: Un altro mostro
    Tipologia: triple-drabble (307 parole)
    Binomio scelto: il Pavimento e il Mostro
    Genere: Fantascienza
    Avvertimenti: /
    Rating: giallo
    Credits: /
    Note dell'Autrice: /
    Introduzione: È facile reagire con violenza a qualcosa che ci spaventa, persino quando quel qualcosa è una nostra stessa creazione.

    Un altro mostro

    Ad un cenno del sergente gli uomini accerchiarono la baracca, puntandovi contro i fucili e, in quell’istante, i trentaquattro superstiti dell’organizzazione provarono la medesima sensazione: l’esaltazione che precede il compimento di una buona caccia.
    Di un’ottima caccia.
    All’inizio di Gennaio, i volontari arruolati nella Blood and Life Organization ammontavano a circa quattrocento, ma alla fine dell’Aprile dello stesso anno, il numero dei soldati era calato drasticamente. In ogni missione, infatti, vi erano stati almeno una decina di morti, uccisi dalle Creature o per errore.
    “Creature” pensò con disprezzo il sergente abbattendo la porta con un calcio. La luce del sole inondò la catapecchia rivelando il mostro che, accovacciato in un angolo della claustrofobica struttura, stringeva fra le mani un piccolo oggetto metallico.
    «Schifosa creatura!» gridò il sergente aprendo il fuoco prima che l’essere mostruoso potesse lanciargli contro la sua ultima e letale arma.
    La creatura non cercò di evitare la pioggia di proiettili che si riversò sul suo gracile corpo. Che senso avrebbe avuto tentare di fuggire? Aveva letto nella mente di quell’uomo un profondo disgusto nei suoi confronti che l’avrebbe spinto ad inseguirla fino ai confini del mondo.
    “Meglio morire in fretta” era stato l’ultimo pensiero della telepatica prima di essere falciata dai proiettili.
    Sarebbe morta comunque.
    Non importava che il suo potere fosse uno dei più innocui.
    Non importava che fossero stati gli stessi umani coloro che avevano alterato il suo DNA per renderla un’arma all‘alba del terzo conflitto mondiale.
    Non importava che ciò che stringesse fra le mani fosse un semplice crocefisso di ferro.
    Sorridendo soddisfatto, il sergente osservò il corpo della ragazzina telepatica accasciarsi sul pavimento di legno marcio. Con i capelli biondi sparsi sul viso e l’urlo di dolore congelato nei suoi lineamenti di dodicenne, Mia Stevenson era un macabro spettacolo a cui i soldati esultarono entusiasti.
    Un altro mostro era morto.
     
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  14. -MissDark-
     
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    RECENSIONE PREMIO per "Cacciatrice"

    Grammatica, sintassi e ortografia: 10

    Non mi è saltato agli occhi nemmeno un errore, anzi, la storia scorre fluida.

    Sviluppo della trama: 8
    Mi rendo conto che dover stare il un massimo di 330 parole rende difficile scrivere una storia e sviluppare per bene una trama, ma è proprio questo che rende "challenging" una challenge: la difficoltà! Purtroppo in questa storia la trama è davvero troppo complessa, ci sono troppi elementi che vengono dati un po' alla rinfusa e la conclusione e quasi completamente staccata dall'inizio, benché il riferimento al rossore della cacciatrice crei una specie di struttura circolare. Hai cercato di mettere insieme troppe cose (e in effetti il numero di parole ne ha risentito).

    Caratterizzazione dei personaggi: 7

    Qui trovo che cali veramente tanto la storia. Si capisce a malapena chi siano i personaggi e non fosse stato per le note sarebbe stato impossibile comprendere cosa fosse la protagonista. Per non parlare del capitano, non si sa chi sia. E non si sa nemmeno cosa leghi i due. L'idea è davvero interessante, ma proprio per questo non le si addice una storia così breve, dei personaggi si sa veramente troppo poco per poterli apprezzare a pieno.

    Espressività: 8
    Non trovo sia il punto forte di questa storia, ecco. Diciamo che con tutti gli elementi che hai cercato di inserire nella trama, sarebbe stato difficile per chiunque concentrarsi sullo stile.

    Originalità: 10
    Voto pieno benché la lotta tra uomini e alieni sia poco originale. Ho aprezzato soprattutto l'interpretazione del termine "cacciatrice" che non era mai stato sviluppato (da che io ricordi) come una cacciatrice di taglie! Figurarsi poi di alieni! Anche l'interpretazione dell'urna è molto originale!

    Attinenza ai parametri posti: 9
    Non posso darti il punteggio massimo a causa delle parole, hai sforato di quasi venti parole...
    Per il resto va tutto benissimo, cacciatrice e urna la fanno da padrone in questa storia!
     
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  15. -MissDark-
     
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    RECENSIONE PREMIO per "La caccia ha inizio"

    Grammatica, sintassi e ortografia: 10
    Nessun errore neanche in questo caso.

    Sviluppo della trama: 10

    In questo caso, nulla da eccepire!

    Caratterizzazione dei personaggi: 9
    Mi piacciono questi due personaggi femminili e mi piace come entrambe vengano presentate come donne agguerrite nell'ultima parte. Il fantasma e il suo desiderio di vendetta sono descritti abbastanza bene, ma della cacciatriche sappiamo un po' poco. Ma è anche giusto così, non ci si può sempre focalizzare sui personaggi!

    Espressività: 8
    La storia questa volta scorre molto meno fluidamente rispetto alle precedenti. Specialmente all'inizio, la lettura e quasi faticosa, la prima frase, l'ho riletta due o tre volte per essere sicura che non ci fossero errori. Un po' pesante l'aggettivazione e l'uso degli avverbi.

    Originalità: 9
    Avrei voluto darti di nuovo punteggio pieno, sempre per l'interpretazione del termine "cacciatrice", questa volta una cacciatrice di fantasmi! Ma che bello! Purtroppo però il resto della trama è abbastanza canonico e anche un po' banalotto, la casa infestata e annessi e connessi.

    Attinenza ai parametri posti: 9
    Questa volta sei stata nel limite di parole, la cacciatrice c'è, ma purtroppo la torre è appena accennata. Se il tema fosse stato "castello" o "casa" sarebbe stato perfetto, ma tant'è!





    RECENSIONE PREMIO per "Tra la torre e il cielo"

    Grammatica, sintassi, ortografia: 9.5
    Non mi convince totalmente il lessico della bambina: in alcuni punti è appropriato, in altri un po' meno. Il resto va benissimo.

    Sviluppo della trama: 10
    La trama è molto semplice e lineare, facile da seguire e da capire.

    Caratterizzazione dei personaggi: 10
    Molto buona la caratterizzazione, non solo della bambina, ma anche del "controllore di torre", dei compagni di classe e del padre stesso. Ottimo lavoro!

    Espressività: 9
    Oltre all'annotazione sul lessico fatta nel primo parametro, devo dire che, sarà una tara mia personale, ma non amo particolarmente le parentesi all'interno delle storie, le trovo disturbanti per la lettura, come fossero toppe per inserire qualcosa che non si sa bene dove mettere. Per il resto, anche l'espressività è molto buona.

    Originalità: 10
    Trovo incredibile la tua capacità di interpretare in maniera nuovai termini della challenge: ma chi mai avebbe pensato ad una torre di controllo degli aeroporti?! Inoltre io non trovo così strana una gita in aeroporto, sarebbe bello se si facessero più spesso, è un posto così interessante!

    Attinenza ai parametri posti: 10
    E su questo, non ho proprio niente da ridire! La drabble c'è, la torre pure e la fata anche!
     
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33 replies since 4/2/2013, 22:41   362 views
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